In uno dei miei viaggi, destinazione Berlino, quasi per caso ho avuto il piacere di incappare in una sala da tè russa, per la precisione del Tajikistan, dono della ex Unione Sovietica alla Germania Est di allora. Ne parla anche un blog italiano, che ne descrive efficaciemente l’atmosfera. 
Sono uno dei pochi italiani che non beve caffè. Da sempre la mia bevanda calda è il tè, che sia nero, verde, rosso o in altre varianti. Sono consapevole di non essere il solo, ma anche di far parte di un gruppetto sparuto. Tanto per fare un esempio, nel film di De Crescenzo “Così parlò Bellavista“, ad un certo punto un amico napoletano del professor Bellavista si rivolge al medesimo, parlando delle strane abitudini di un milanese che da poco si è trasferito nella città partenopea: “Professò, chilla è gente strana, se bevono ‘o tè! E non lo fanno per farsi vedere, se lo bevono anche quando stanno soli!!”.
Tornando alla sala da tè russa, in quel posto ho avuto modo di conoscere e apprezzare il cerimoniale russo del tè, che ruota intorno al Samovar, il grande bollitore dell’acqua. Per i russi e presumo per tutti gli ex-sovietici, il momento del tè è un momento di rilassamento, raccoglimento e anche un posto dove si trattano affari in tranquillità.
Il tè si prepara non zuccherato e rigorosamente senza aggiunte come latte o limone, ma per mitigarne il sapore si ricorre ai metodi più disparati, tra cui uno descritto da Dostoevskij in “Delitto e castigo” come volgare, cioè trattenendo una zolletta di zucchero tra i denti mentre si sorbisce la bevanda. Altri metodi prevedono, subito prima di bere un sorso di tè, di mettersi un cucchiaino di marmellata in bocca, oppure dei canditi, dell’uvetta inzuppata nel rum, cioccolatini o dolcetti vari.
Il cibo con cui accompagnare il tè può essere composto da dolci tipici, quindi biscotti, torte e così via o il classico blini, cioè una crêpe, con salmone e smetlana, o anche con caviale rosso o nero.
Mi riprometto un giorno di scrivere anche di questa prelibata specialità russa che è una delle mie passioni.
Dopo questa esperienza così interessante, ho provato a cercare se esistesse una sala da tè russa anche a Roma, e i primi risultati sono stati confortanti, come testimoniato qui e anche qui.
Peccato che poi sono incappato in questo gruppo facebook che ha seguito le peripezie della sala da tè russa, la quale pare che purtroppo abbia chiuso definitivamente.
Da molto tempo penso che aprire una sala da tè russa potrebbe essere un attività molto interessante e credo anche redditizia, si tratterebbe di portare un pezzo di una cultura lontana, ma affascinante, qui da noi. Certo io non ho esperienza nella ristorazione, ma con qualche socio che sappia come muoversi si potrebbe partire. Ovviamente il fatto che la sala da tè russa esistente abbia chiuso i battenti non è confortante, ma senza conoscere i motivi che stanno dietro la decisione non è facile giungere a conclusioni.
A tempo perso vado su qualche sito di locazioni immobiliari per cercare un locale a Roma che abbia i giusti requisiti, quindi che sia in una zona idonea (penso a zone come Trastevere, il centro storico o magari anche recentemente rivalutate, come il Pigneto), che abbia delle dimensioni tra gli 80 e 100 metri quadrati, e che non costi un occhio della testa di affitto.
Se e quando si partirà, si costituirà la società che la gestirà, ci si occuperà delle varie licenze e permessi richiesti, e poi si arrederà secondo lo stile russo di inizio ‘900, quello degli Zar e della loro opulenza, frutto della competizione con le corti europee.
La parte più importante sarà la scelta dei tè da servire e delle pietanze da abbinare. I russi sono soliti miscelare varie qualità di tè, a volte profumando anche con della frutta essiccata o affumicando le foglie. I cibi devono essere semplici e facilmente mangiabili, niente bucatini alla amatriciana o tagliata di chianina alla rucola!
Infine, il tocco di classe irrinunciabile sarebbe di trovare un paio di russe come cameriere, che parlino italiano ma con il loro accento, darebbe un sapore esotico al tutto. Viceversa, essere serviti da qualcuno con chiaro accento romano rovinerebbe l’atmosfera della russia zarista che sarebbe bello ricreare.
Chissà se in futuro questa idea come si evolverà…