Sono tempi difficili per la società e l’economia occidentali. Sono cadute le certezze e con esse le speranze per il futuro, cosa che provoca in moltissime persone, me compreso, uno sconcerto difficilmente sopportabile.
La domanda che tutti si fanno e che qualcuno ha posto anche a me è la più semplice da formulare e la più difficile a cui rispondere: che fare?

In quale campo lavorativo ci si deve applicare per avere una ragionevole probabilità di ottenere successo? In quale Paese del mondo andare per tentare la fortuna? Tenersi i sudati risparmi sotto al materasso, metterli in banca, investirli in borsa? Caricarsi sulle spalle un mutuo pluridecennale per acquistare a costo di enormi sacrifici un bilocale in periferia?
Non lo so.
Non ho una risposta facile, veloce e sicura. Non ne ho nemmeno una difficile, lenta e incerta se è per questo. Come si fa a programmare il proprio futuro se non è nemmeno certo che la banca dove uno ha il conto corrente sarà ancora in piedi alla fine dell’anno?
I media di sicuro continuano il loro bombardamento psico-terroristico, sguazzando come piraña nelle tragiche vicende di coloro che scelgono di uccidersi a causa dei problemi economici, ripetendo fino allo sfinimento del pubblico che la vita costa sempre di più, c’è sempre meno lavoro, che la fine del mondo è vicina.
Forse il primo passo è disintossicarsi dalle notizie, magari per una settimana, meglio ancora per un mese, e riprendere la giusta prospettiva delle cose. Poi si deve fare una profonda analisi interiore, cercando di capire senza falsità quali sono le proprie aspirazioni, le prospettive, le capacità e la volontà. Penso che a quel punto la strada si delineerà da sola, almeno nella direttrice principale.
Per quanto possa sembrare strano, il mondo oggi è sicuramente un posto migliore rispetto a 50, 100 o 500 anni fa. Si può viaggiare fino agli antipodi con cifre relativamente basse e in tempi rapidi, si può comunicare con i propri cari in tempo reale e a costi irrisori da qualunque parte del mondo, puoi mangiare un piatto di rigatoni alla carbonara nella città proibita di Beijing, nelle favelas di Rio o su una spiaggia della California (magari non come quelli della mamma, ma pazienza). L’importante è avere voglia di cambiare la propria vita e saper rinunciare a qualche comodità superflua, in cambio della speranza di un futuro migliore.