Di questi tempi, con la disoccupazione a livelli record, la sfida per molti è cercare lavoro e possibilmente trovarlo. Io in passato mi sono trovato a sostenere alcuni colloqui di lavoro, alcuni andati bene, altri meno.
Poi sono passato dall’altra parte della scrivania e ho esaminato letteralmente alcune centinaia di candidati, per le posizioni più diverse, molto spesso trovandomi davanti persone:
- impreparate nel campo in cui avrebbero dovuto lavorare, che quindi avevano mentito spudoratamente nel curriculum. Questa è veramente una pessima idea, fa perdere tempo a entrambi ed è praticamente impossibile farla franca.
- gente che non aveva idea del perchè fosse là, adducendo come scusa il fatto che loro mandavano valanghe di curricula. A qualunque datore di lavoro fa enormemente piacere sapere che al candidato non frega nulla dell’azienda ma sta solo cercando uno stipendio.
- candidati che avrebbero dovuto portare una presentazione su di un argomento e al momento della verità dicono di non averla portata perchè “non ero sicuro che andasse fatta”. Quindi se non sei sicuro di una cosa invece di chiedere conferma, semplicemente non la fai. Ottimo, me lo segno.
- depressi. Vengono al colloquio mestamente, già rassegnati all’ennesimo rifiuto. Ognuno è artefice del proprio destino.
- ritardatari: se il ritardo è giustificato e si tratta di pochi minuti, non è un grosso problema, ma certamente non aiuta.
- i pazzi: gente che si imbizzarrisce al telefono perchè gli viene comunicato che deve sostenere un colloquio prima dell’eventuale assunzione, altri che mandano cv specificando a chiare lettere che, pur essendo disoccupati, non verranno nemmeno al colloquio se non gli si promette un contratto a tempo indeterminato o elementi che si presentano in jeans strappati, masticando platealmente una gomma e dando immediatamente del tu a tutti e poi mandano email stizzite in cui lamentano di essere stati scartati.
- I seguaci di Sergio Marchionne: rispondono ad un annuncio in cui viene chiaramente indicata la fascia di stipendio, poi quando vengono convocati inviano delle email derisorie stupendosi che lo stipendio proposto sia troppo basso, in quanto loro hanno già un lavoro con il quale guadagnano molto di più.
- Lo straniero/a che parla un italiano stentatissimo e si propone come venditore.
Poi chiaramente ci sono i buoni e gli ottimi elementi, ma la loro casistica ammonta a circa il 15% del totale, gli altri, come si dice dalle mie parti, “ce provano”. Ma i colloqui di lavoro sono stressanti, ne risente pesantemente l’autostima, senza contare il tempo perso. Cercare lavoro è un lavoro di per sè, non ci si può affidare al caso.
Una volta un professore di geometria ed algebra, all’università, un tizio molto tosto, severo, le cui lezioni erano tanto impegnative quanto affascinanti, disse a noi matricole di primo pelo: “Vi prego di non venire a provare l’esame. Gli esami non si provano. Studiate onestamente, venite a dare l’esame, lo passate e poi pensate ad altro. Ma non venite a provare.”
Vorrei giusto segnalare alcuni link che ho trovato e che meritano una lettura:
Why you should apply to a job even if you don’t meet the requirements
What employers look for in-entry level-job-candidates
Dieci cose da non dire mai durante un colloquio di lavoro
Nail the tell me about yourself job interview question with this three-part answer