In questi giorni, in mancanza di altro suppongo, la notizia che rimbalza su siti e blog di mezzo mondo è l’articolo del New York Times in cui si sottolinea, senza peraltro giungere ad un giudizio etico o morale, il fatto che Apple riesca a risparmiare quasi 2 miliardi e mezzo di dollari in tasse e tributi vari mediante alcune operazioni di pianificazione fiscale.
Non si sta parlando assolutamente di evasione fiscale, negli Stati Uniti non si scherza al riguardo, ma di elusione, cioè nella pratica, del tutto legale e legittima, di beneficiare di vantaggi fiscali offerti dagli Stati.
L’esempio pratico è questo: ho la mia brava azienda nel paese X, che ottiene come ricavi al lordo delle imposte 100 milioni l’anno. Se il paese X ha una tassazione media del 35%, dovrò pagare 35 milioni di tasse e quindi avrò un utile netto di 65 milioni. Se però apro una società controllata nel paese Z, che fa pagare di tasse solo il 5%, e faccio figurare i 100 miilioni come ricavati dalla società del paese Z, pagherò di tasse 5 milioni e l’utile netto sarà di 95, senza dare il becco d’un quattrino al paese X. Naturalmente è tutto molto più complesso di così e ci sono anche altri modi, più sofisticati.
Sempre a titolo di esempio, esistono degli Stati la cui imposizione fiscale verso aziende costituite lì ma operanti solo all’estero è pari a zero! I famosi paradisi fiscali, basta fare una ricerca su google e si ottengono tutte le informazioni desiderate.
Ma come si sposta il guadagno dall’azienda X all’azienda Z? Il modo più semplice è quello relativo al pagamento di royalties e diritti brevettuali: l’azienda X vende i suoi prodotti, marchiati ad esempio “iTelefono”, ma il marchio registrato “iTelefono” appartiene all’azienda Z (di proprietà di X). Per ogni “iTelefono” venduto, X deve versare una certa cifra a Z. Basta fare due calcoletti e in pratica si trasferisce tutto il ricavo a Z, facendo figurare X in pareggio o quasi.
Bene, questa è la parte descrittiva del funzionamento. In tempi di crisi, dove tutti devono stringere la cinghia, le tasse aumentano per tutti, europei o americani, come poteva resistere un giornale nel lanciare un boccone così gustoso alla folla inferocita, armata di forconi e torce?”Tutti pagano tante tasse, è immorale che Apple se ne approfitti”.
La differenza è sottile ed enorme allo stesso tempo: immoralità ed illegalità sono due cose diverse, probabilmemte molte cose illegali sono anche cose immorali, ma certamente non vale l’inverso, altrimenti dovremmo rendere fuorilegge tutte le cose che danno il sale alla vita.
Se la legge ti permette, e sottolineo permette, che con un determinato comportamento tu possa risparmiare soldi tuoi (perchè sono della ferrea opinione che tutti i soldi che uno guadagna con il proprio lavoro gli appartengano, e che le tasse siano in qualche modo un esproprio statalista da tollerare), perchè non dovresti farlo? Apple non è certo un’azienda creata e gestita da sciocchi, anzi ci lavorano tra le migliori menti sul mercato, il loro primo dovere è verso la propria azienda e i propri azionisti. Ai governanti è riservato l’onere di progettare e gestire come e quanto prelevare di tasse, se lo fanno in maniera errata (più o meno inconsapevolmente…), non è affare delle aziende tassate, casomai dei cittadini che li hanno votati.
In Italia come al solito ci distinguiamo tra gli altri: tempo fa lessi un articolo che parlava di come la Corte di Cassazione abbia condannato un’azienda che appunto aveva operato una pianificazione fiscale allo scopo di pagare meno tasse, legalmente. L’azienda è stata condannata perchè aveva “assunto comportamenti non necessari alla gestione dell’azienda stessa ma unicamente per ridurre il carico fiscale“. Come siamo fortunati ad avere dei giudici che trasformano dei comportamenti legittimi in reati quando possano essere additati dalla folla ignorante come “ingiusti”. A quando la lapidazione gestita da una folla inferocita?