Tratto dall’omonima tragedia di Shakespeare, Coriolanus è un film ambientato in una realtà parallela contemporanea, dove gli Stati Uniti sono chiamati Roma, il potere principe è del Senato e tutti hanno nomi latini come Caius Martius (il protagonista), Menenius, Tullus Aufidius.
Caius Martius è un valorosissimo generale di Roma, appunto, reduce di molte battaglie che gli hanno lasciato sul corpo numerose cicatrici, simbolo di orgoglio guerriero. Ma questa caratteristica mal si sposa con la diplomazia e la retorica necessaria a districarsi nelle paludi della politica ad alti livelli, così, ad un passo dalla sua nomina a Console, successiva ad un suo intervento risolutivo presso una città del nemico, Coriolis, subisce il peggiore dei destini che deve affrontare chiunque sia salito fin sulle stelle, cioè la caduta nelle stalle.
Carico di ira e avvelenato dal desiderio di vendetta, si allea con il suo nemico storico per coadiuvare insieme una serie di attacchi a Roma e prenderne possesso.
Il film presenta un’altra peculiarità, tutti i dialoghi sono stati adattati direttamente dai testi del drammaturgo inglese, aumentando così la carica epica e solenne di tutti i personaggi. Quando Martius si rivolge ai suoi marines non lo fa con i rozzi toni da cowboy di un comandante statunitense, ma come un condottiero romano da antologia.
Ho trovato molto interessante e incredibilmente attuale la critica volta ai politici, più attenti al proprio tornaconto che al benessere della cosa pubblica e l’estrema volubilità del popolo, che prima acclama l’eore e poi, con artifici retorici, lo abbatte, senza la minima esitazione.
Shakespeare indubbiamente era un finissimo psicologo e sociologo, sapendo ritrarre gli aspetti più reali e anche foschi della società, che nonostante i secoli trascorsi sono rimasti fondamentalmente gli stessi.
Sicuramente un bel film, interpretato da un ottimo Ralp Fiennes che ne è anche regista, insieme ad un intenso Gerard Butler, secondo me decisamente più a suo agio nei ruoli drammatici (fu epico in 300) che nelle commedie. Peccato (o per fortuna?) che al momento, a più di un anno dall’uscita di febbraio 2011, non sia stato distribuito in Italia e quindi non ne esista una versione doppiata nella nostra lingua, costringendo quindi chi non ha dimestichezza con l’inglese a guardarlo con i sottotitoli, curati da un bravissimo gruppo di appassionati volontari.
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